Il salto

Francesca Pachetti, scrittrice contadina
© Dominique Fortin

Il salto (per me) è stato capire il seme.

Da un seme di pomodoro nasce un pomodoro.

Da un seme di cetriolo nasce un cetriolo.

Da un seme di cavolo nasce un cavolo.

È stato capire che se voglio raccogliere pomodori non posso seminare semi di cetriolo, se voglio gentilezza non posso seminare semi di arroganza, se voglio la verità devo dire la verità, se voglio giustizia devo essere giusta, se voglio essere accolta devo accogliere.

È stato capire che non posso ottenere quel che voglio seminando il suo contrario: da ogni seme nasce quello che è contenuto dentro sé stesso.

Il salto ancora più alto ( per me) è stato capire che se non so cosa voglio raccogliere non posso seminare, non posso spargere semi a caso per il motto - anzi fare qualcosa che fare niente- .

Se non so cosa voglio raccogliere è sempre meglio non fare niente perché quello che nascerà magari poi non mi piacerà e non saprò cosa farci, come mangiarlo e neanche come cucinarlo e avrò la terra occupata con qualcosa che in realtà non volevo.

Quello che si semina ha un suo ciclo, non basta dire " beh, mi son sbagliata" per aver un appezzamento libero per nuovi semi, bisogna occuparsi di quel ciclo anche se non ci piace e anche se non ce ne occuperemo, dentro di noi occuperà lo spazio del suo tempo necessario che lo porta al finire.

Il salto altissimo per me) è stato capire che se non semino non raccolgo, è stato capire che senza la mia mano, la mia intenzione e direzione nessun raccolto si farà: al seme non interessa se siamo stati inermi perché non ce la facevamo, perché eravamo troppo stanchi, perché eravamo feriti, malati, disillusi, non gli interessa se abbiamo già seminato tanto, non gli interessa non perché non sia indulgente, ma solo perché da solo non può farlo, non può portarsi da solo alla terra.

È stato capire che quando non riuscirò a seminare non dovrò dare la colpa a nessuno, né a me, né al seme, né al mondo, né a qualcuno che avrebbe potuto farlo al posto mio né alla cassetta vuota: a nessuno.

A volte si riesce, a volte no.

Il salto fino alle stelle (per me) è stato seminare comunque, anche quando non ce la facevo più, anche quando mi faceva male perfino la speranza.

È stato capire che la via d'uscita è sempre il seme nella mano, il resto poi si fa da sé.

Il salto invece, nella vita, è stato capire che per non morire, dovevo amare.  Tanto, tutto e di più.